Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2021

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Notizia relativa alla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Data:

25 Novembre 2021

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Descrizione

Perché una panchina rossa? Una riflessione

Una donna uccisa dalla violenza di un uomo lascia un vuoto che non può essere dimenticato.
La panchina rossa, colore del sangue, è il simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza.

La panchina è il simbolo di un percorso di sensibilizzazione verso il femminicidio e la violenza maschile sulle donne e, collocata in una piazza, in un giardino pubblico, davanti ad una scuola, a un museo o in un centro commerciale, mantiene viva una presenza.

In Italia, a fine Novembre 2021, i femminicidi sono purtroppo arrivati ad oltre quota 100. Più di cento donne uccise per la maggior parte delle volte da mariti, compagni, familiari, congiunti. Sono casi eclatanti e che ci fanno ovviamente indignare.

Ma la violenza non è solo questo gesto estremo, sono tutti gli atteggiamenti che ci fanno soffrire, le discriminazioni sottili, le battutine, le negazioni che giorno per giorno, ancora oggi, ci fanno capire che in un mondo dominato dagli uomini, noi donne siamo considerate ancora inferiori, per un retaggio atavico, ìnsito nei nostri ragionamenti di esseri umani “evoluti”.

In ambito lavorativo, nella vita di tutti i giorni, essere donna vuol già dire partire con un handicap.
“Assumiamo un ragazzo, così non avremo problemi di congedi di maternità, assenze legate ai figli, e così via”… come se un uomo, un padre, non potesse mai assentarsi per la salute del proprio figlio! Se una donna invece raggiunge posizioni dirigenziali, di solito occupate da uomini, o fa carriera, si dice che “ha le palle!” (scusate l’espressione); quindi le vengono attribuite “qualità” maschili, quasi a sminuire il fatto di avere dei propri meriti, capacità, intelligenza, che le hanno permesso, in quanto donna, di raggiungere quei traguardi.

Ogni volta che permettiamo ad una qualsiasi persona di prendersi gioco di noi, di sminuire le nostre capacità, di mettere in dubbio la nostra professionalità, anche semplicemente il nostro punto di vista, quella è già violenza nei nostri confronti. Renderci consapevoli di questo può aiutarci a non sottovalutare tanti piccoli segnali che, se ignorati, possono sfociare in soprusi e comportamenti violenti.

E poi, è fondamentale educare tutti i ragazzi, maschi e femmine, già in età scolastica, perché crescano con un profondo senso di rispetto per tutti, per ogni persona, uomo o donna, di qualsiasi orientamento sessuale o religioso, che sia ragazzo, adulto o anziano.

Mi tornano alla mente le immagini forti di un’artista afghana, Shamsia Hassani, che con i suoi graffiti sui muri e sulle macerie di una Kabul devastata dalla guerra, ha avuto il coraggio di denunciare la tragica situazione delle donne afghane, dopo il ritorno al potere dei Talebani: una donna quasi senza volto, con gli occhi perennemente abbassati, senza bocca, simbolo dell’oppressione del regime, ma al tempo stesso un coraggioso e straziante grido di aiuto verso le donne di Kabul. Che non si arrendono.

Nella ricorrenza della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, auguro a tutte di avere un pizzico del coraggio di Shamsia! E ben vengano le panchine rosse, a perenne simbolo e ricordo di tutte quelle donne che purtroppo non sono più tra noi.

Gabriella Giromini

“Se vuoi essere libera davvero devi saperti ascoltare dentro, devi darti importanza, perché se sai di essere importante difendi la tua essenza, perché le cose che contano non le fai morire dentro a una prigione, ma le tieni fuori, alla luce del sole" (citaz. dal web)

Ultimo aggiornamento

17/01/2024, 16:47

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